La Commissione europea chiede alla Bosnia di adottare una legge sul censimento della popolazione prima della pausa parlamentare estiva, altrimenti l'organizzazione di un censimento nel 2011 sara' una ''missione impossibile''. L'invito pressante e' contenuto in una lettera inviata al primo ministro bosniaco Nikola Spiric, pubblicata dal quotidiano 'Oslobodjenje', a firma dei commissari europei per l'Allargamento e per gli Affari economici, Stefan Fuele e Olli Rehn.
L'invio della lettera e' stato confermato dal capo della Delegazione della Commissione Ue in Bosnia, Dimitris Kourkoulas. Senza il censimento, ha detto Kourkoulas, sara' difficile per la Commissione europea continuare adeguatamente il processo di avvicinamento della Bosnia all'Ue. I dirigenti bosniaci - serbi, croati e musulmani - hanno difficolta' a trovare un accordo sulle modalita' del censimento: i serbi insistono che tra le domande vi debba essere anche quella sull'appartenenza etnica, religiosa e linguistica, mentre i musulmani si oppongono.
La Bosnia delineata dagli accordi di Dayton, che nel 1995 posero fine a tre anni di guerra, e' divisa in due entita', la Federazione Bh (a maggioranza croato-musulmana) e la Republika Srpska (Rs, a maggioranza serba). Il premier della Rs, Milorad Dodik, ha annunciato che la Rs effettuera' il censimento nel 2011.
Non si tratta di un problema risolvibile a livello di singola entita' o su scala regionale, ha detto Kourkoulas aggiungendo che alla Commissione europea non serve a nulla un censimento parziale. L'ultimo censimento in Bosnia e' stato fatto nel 1991, un anno prima della guerra (1992-95). Dei poco meno di 4,4 milioni di abitanti, il 43,47% si erano dichiarati musulmani, il 31,21% serbi e 17,38 % croati.
fonte: Redazione europuglia: redazione@europuglia.it
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